Diciamoci la verità: al giorno d’oggi trovare un lavoro è piuttosto complicato. Anche con offerte che potete trovare in giro, avere l’occasione di cominciare a lavorare sul serio è difficile. La distanza? Troppa. I costi per raggiungere il luogo dell’impiego? Elevati. Ah, che lontano sogno quello di poter lavorare a casa!
Ma ecco che arriva un messaggio attraverso mail. Un azienda è interessata a farci lavorare direttamente da casa e siamo dei perfetti canditati per loro. Tutti i nostri problemi sono finalmente un brutto ricordo! Eppure…è troppo bello per essere vero.
Siamo sinceri: non è impossibile lavorare da casa, ma è ugualmente molto difficile. Vedere un’occasione simile capitare fra le nostre mani ci fa immediatamente sognare ed accettare tutto quello che ci viene proposto. Ma andiamo per gradi: cerchiamo di capire come possiamo evitare le offerte di lavoro fasulle.
Come mai queste offerte vengono proposte? Sono un imbroglio molto ben elaborato per rubare alcuni nostri dati personali e potenzialmente rubare dei prodotti che abbiamo acquistato apposta per il lavoro.
Non è comunque qualcosa che suona come un messaggio di spam. L’imbroglio inizia proprio attraverso delle persone che sono a conoscenza del nostro stato di ricerca lavorativa, qualcosa che risulta anche meglio per l’imbroglione di turno se questo ha accesso ad eventuali banche dati, a volte anche facili da trovare attraverso vari servizi simili ai centri dell’impiego.
Una volta che l’imbroglione ha in mano alcune nostre precise informazioni di contatto (Facebook, mail, e così via) ci verrà mandato un messaggio di richiesta di colloquio online.
Fin qui, non c’è veramente nulla di sbagliato: stiamo solo facendo una piccola chiacchierata in una chat! Inoltre, la persona in questione ha un nome associato ad un’azienda reale e perfettamente stabile. Ma purtroppo, questa è la rete: chiunque può decidere di chiamarsi Bill Gates e dire d’essere lui in persona. Solitamente queste persone scrivono anche in maniera articolata e corretta, preparando così per bene la propria trappola.
Come in ogni colloquio, ci saranno poste delle semplici domande, come i nostri lavori precedenti o la banca che frequentiamo di più. Insomma, informazioni personali che sembrano perfettamente normali in quest’occasione: fin qui è tutto normale, anche se queste informazioni (purtroppo) possono essere usate un po’ a danno della nostra privacy. Ma su questo, non vi è alcun immediato danno nei nostri confronti.
Senza nemmeno attendere l’esito del colloquio entro qualche giorno, ci viene detto immediatamente che abbiamo passato il test (con tanto di punteggio!) ed ora possiamo lavorare nei confronti di questa grande azienda direttamente da casa nostra. Solo un paio d’impegni burocratici: la nostra firma su un documento ufficiale, il numero seriale del nostro cellulare e l’IMEI. In tutta risposta ci sarà mandato un Mac nel quale lavorare online, perciò non ci sarà nemmeno bisogno d’usare il nostro PC!
Fermiamoci qui per un attimo, però: a cosa serve il seriale e l’IMEI (che identifica in maniera assolutamente diretta il nostro cellulare)? Sono informazioni estremamente pericolose da lasciare in giro! E’ da questo momento che molti, in un certo senso, iniziano a mangiare la foglia. Ma non tutti. La spiegazione che la grossa, ipotetica azienda ci da, è quella di avere la possibilità d’installare in remoto i programmi necessari per lavorare.
Ammettiamo di voler credere a tutto ciò (cosa già molto difficile di suo) una volta fornite queste informazioni ci verrà detto che è impossibile installare i programmi e, come tale, dobbiamo mandare un cellulare presso l’azienda. E’ preferibile un iPhone ultimo modello, magari con la memoria più grande. Proprio così: bisogna comprare un cellulare! D’accordo, ma dove lo dobbiamo mandare?
A quel punto, l’azienda ci manderà un etichetta per il corriere, pronta da stampare ed attaccare al pacco. L’indirizzo porta in una remota regione della Nigeria, ma in fondo una grossa azienda ha sedi ovunque, vero?
Adesso che avete letto tutta questa ipotetica situazione, specifichiamo che simili eventi sono già accaduti. E della gente – purtroppo – c’è cascata fino all’ultimo. Se siete riusciti a capire tutti i punti sballati di quest’assunzione online, bravi. Ma vediamo di specificarli tutti separatamente qui:
- I colloqui online non solo sono piuttosto rari, ma generalmente non vengono fatti in un messenger come Facebook, Google Hangout o un qualsiasi altro social. Sono spesso fatti di persona, attraverso contatti stabiliti dal centro dell’impiego e in maniera diretta.
- La persona in questione portava un nome reale ed affidabile, ma come si presenta il suo profilo? Controllate sempre se è presente un’altra persona con lo stesso nome nel social network, confrontate i dati ufficiali dell’azienda (l’indirizzo mail, ad esempio) così da capire se il profilo in questione è falso. L’età del profilo può essere un ottimo indizio, così come anche la quantità di dettagli messi a disposizione.
- I colloqui di lavoro non riportano un punteggio. Non è un videogioco. E’ solo un modo per ingolosirvi con promesse di promozioni immediate.
- Gran parte dei dati che forniamo sembrano legittimi (la banca per ottenere lo stipendio, precedenti posti di lavoro per consultarli sulle nostre prestazioni) ma si tratta purtroppo d’una raccolta dati che possono essere potenzialmente utilizzati per cercare di rubare il nostro denaro, a volte inscenando una richiesta di denaro.
- Stessa cosa riguarda il nostro cellulare: fornire seriale ed IMEI è estremamente pericoloso, specialmente se questo cellulare è connesso a servizi in abbonamento. Connettendo il tutto ai nostri precedenti dati personali già forniti, ci ritroveremo a pagare cose che non abbiamo mai veramente acquistato. Nessun motivo è buono per fornire un numero seriale e IMEI sulla rete. Nessun colloquio richiede dati d’accesso o ad un qualsiasi account personale.
- Chiaramente, mandare un cellulare (o qualsiasi cosa di differente) nuovo ed estremamente costoso ad un azienda che ha una sede distaccata in una nazione lontana e difficile da contattare è un gesto che ci garantirà la perdita di quel prodotto.
Detto ciò, assicuratevi sempre di parlare di colloqui a tu per tu con la persona interessata. In certi casi, gli imbroglioni possono cercare solo qualche informazione da rubare, ma fate sempre molta attenzione.