INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI STRANIERI

L’integrazione scolastica riguarda non solo i diversamente abili ma tutti i bambini in difficoltà, in questi a volte rientrano i bambini stranieri i quali un po’ per difficoltà linguistiche, un po’ per disagi familiari, un po’ per disadattamenti dovuti al nuovo “mondo”, presentano una delle nuove emergenze educative della scuola odierna immersa in società complesse e multietniche.

La scuola si presenta come una delle prime istituzioni preposte a farsi carico dell’arrivo degli immigrati, per questo, ha dovuto e deve prevedere un grosso cambiamento. Non si può considerare ancora vinta la partita ma molteplici sono le riflessioni e le attività che si stanno perseguendo in materia.

Gli alunni stranieri vanno visti come bambini o ragazzi tutti diversi tra loro come del resto lo sono i bambini connazionali: ognuno di essi ha capacità, interessi, livelli di competenza e componenti di personalità propri. Nel momento in cui entrano nella scuola portano già una loro storia culturale.

L’elaborazione di un percorso formativo non può che essere personalizzato, senza cadere in generalizzazioni o in schemi validi per tutti. Va posta attenzione alla cultura di provenienza dei minori, ma anche alle capacità e alle caratteristiche individuali di ciascuno di essi, dato che le differenze inter-individuali sono altrettanto e forse anche più rilevanti di quelle inter-culturali.

Lo scopo è quello di mirare al raggiungimento di una solida competenza nelle abilità e conoscenze di base, per renderlo capace di inserirsi autonomamente nel contesto scolastico.

L’accoglienza e l’inserimento degli alunni stranieri richiedono risorse aggiuntive di personale ed economiche per realizzare interventi appropriati, non sempre prevedibili all’interno della comune programmazione curricolare.

Le scuole, usufruendo dei finanziamenti ministeriali e di eventuali altre fonti (enti locali, associazioni, ecc…), possono programmare e realizzare una serie di attività didattiche, che vanno dagli interventi mirati al rafforzamento delle conoscenze di base negli alunni stranieri (corsi di lingua italiana, recupero abilità cognitive di base) ad azioni volte a coinvolgere la generalità degli alunni, nell’ottica di un confronto multi-culturale e dell’acquisizione di un fondato senso del rispetto reciproco: pacchetti formativi per l’accoglienza e la conoscenza dell’ambiente ospite, laboratori multi-culturali musicali, teatrali, linguistici, etc.

Una risorsa è costituita dalle funzioni-obiettivo ricoperte da docenti-esperti dell’istituto che, in aggiunta ai normali loro compiti, si dedicano a  settori ritenuti strategici. Il loro compito è quello di coordinare azioni educative e di fornire consulenza e supporto ai colleghi. Tra loro compaiono anche funzioni-obiettivo riferite a progetti per l’integrazione degli alunni stranieri.

In definitiva, nella programmazione di azioni mirate all’integrazione degli alunni stranieri è opportuno tenere presenti le seguenti istanze educative:

a. Partire  non solo da ciò che l’alunno straniero “non sa”, ma anche  dalla  sua esperienza, dal suo sfondo emotivo-relazionale e dal suo patrimonio culturale;

b. Cercare di stabilire fin dall’inizio un rapporto con le famiglie degli alunni stranieri e di comunicare quanto più efficacemente possibile con esse, avvalendosi, se necessario, di ‘mediatori culturali’;

c. Prevedere non solo attività individuali di ‘recupero’, ma attività che coinvolgano l’intera comunità scolastica e, possibilmente, anche quella esterna locale, per sollecitare l’attenzione alla multi-cultura e per avviare una corretta  educazione interculturale (progetti di accoglienza, momenti di incontro aperti alla comunità locale, laboratori multi-culturali, attenzione ai vari patrimoni etnici nel dotare la biblioteca e le raccolte multimediali della scuola, incontri con associazioni e rappresentanze di stranieri);

d. Particolare attenzione iniziale va posta al sostegno linguistico svolto a cura di personale docente o anche da idonei esperti esterni con contratto d’opera, usufruendo delle risorse economiche e delle possibilità gestionali proprie dell’autonomia scolastica;

e. Attenzione e valorizzazione per la lingua e cultura del Paese di origine, con il ricorso anche a “mediatori culturali” reperiti fra il volontariato o la comunità d’appartenenza del minore (assimilabili giuridicamente ad esperti esterni );

f. Attività di recupero e sostegno individualizzato (senza, però, arrivare a compromettere l’integrazione in un gruppo-classe), utilizzando tutte le risorse possibili (ore di contemporaneità) nell’ambito dell’organico funzionale della scuola.

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