Raccomandate di carta vs. PEC da Pubblica Amministrazione

Sono ancora tantissimi gli uffici che ricorrono ancora alle tradizionali raccomandate. Quelle di carta!

Eppure, a quanto pare, il Decreto Sviluppo Bis le avrebbe bandite, dando il là a quelle inviate per via elettronica. Dovrebbero scattare delle sanzioni, ma qui viene il bello.
Siccome sono moltissime le pubbliche amministrazioni che non rispettano la legge, alla fine saremo ancora noi a pagare. Sembra sensato? No.
In effetti il decreto citato precedentemente punta sulla dematerializzazione, anche per le raccomandate, e sulla firma elettronica.

Facciamo un breve riepilogo.
Già a partire dal 2011 era previsto che le amministrazioni dovessero formare gli originali dei propri documenti “con strumenti informatici”, abbandonando la carta. Ma è con il decreto sviluppo, il primo dei quali approvato lo scorso anno, che si è introdotto l’obbligo delle comunicazioni telematiche tra amministrazioni.
In caso contrario vi è “responsabilità dirigenziale e responsabilità disciplinare, ferma restando la responsabilità per danno erariale”.

Evidentemente molti, per negligenza, non se ne curano.
Assurdo: ormai tutte le amministrazioni sono dotate di PEC. Basta semplicemente usarla. Anche perché, al di là di regolamenti e multe, secondo quanto si afferma su Agendadigitale.eu, “L’invio di comunicazioni con strumenti diversi da quelli telematici non è soltanto violazione dei doveri d’ufficio, ma rappresenta anche fonte di responsabilità erariale: si tratta di un profilo che deve essere tenuto in debito conto visto che, in base a una indagine del 2005, ogni lettera cartacea costa alla Pubblica Amministrazione circa 20 euro (tra consumabili, spese di protocollo, spedizione ecc) contro i soli 2 euro di una e-mail.”
Insomma, il danno e la beffa.

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